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Prime Esperienze

Sono stato sverginato da una settantenne


di boschettomagico
01.09.2016    |    24.085    |    7 9.9
"Dai che ora ci riprendiamo e poi farai godere anche me..."
Mi chiamo Maurizio e voglio raccontarvi una esperienza di gioventù che non potrò mai dimenticare.
Era il mese di luglio ed ero in vacanza dai nonni che vivono in una frazione di montagna della Valle d'Aosta.
Un autentico eremo, 500 metri più in alto di un piccolo paesino, dove ci sono solo 5 o 6 baite delle quali solo due erano rimaste abitate; in una appunto i miei nonni e nell'altra una vedova settantenne che si chiamava Ernesta.
Il paesino era collegato solamente da una mulattiera, e si raggiungeva in dieci minuti di marcia.
Io ci andavo spesso per fare commissioni ai nonni e alla signora Ernesta che mi lasciava sempre il resto e mi permetteva di avere un gruzzoletto per i miei piccoli bisogni.
Le due baite erano una di fianco all'altra, molto semplici, quella dei nonni con due camere da letto e una cucina, quella dell'Ernesta addirittura di una sola camera e una cucina.
Entrambe avevano una porta sul retro che immetteva nell'orto dove entrambe le famiglie coltivavano tutte le verdure di questo mondo.
Ed è proprio nell'orto che in un mattino di pieno sole è cominciata la mia avventura... la signora Ernesta era tra i filari a legare i fagiolini rampicanti alle cannette di bambù mentre io stavo cercando un pomodoro maturo da mangiare con sale e pepe...cosa che adoravo...lei non mi aveva visto e ad un tratto è uscita dal filare e si è messa a pisciare sul bordo dell'orto; io ho agito di impulso e mi sono acquattato tra le piantine, lei invece finita la sua pisciata ha preso un fazzoletto dal camicione e se l'è asciugata.
Rialzandosi con la veste tenuta su, alla mia vista è comparsa una figa strapelosa che mi ha fatto strabuzzare gli occhi, nel vedergliela mi sentivo il sangue salire alla testa e non staccavo lo sguardo da quella montagna di pelo...peccato che subito la vecchia ha abbassato l'indumento...non portava mutande...ed è tornata a fare il suo lavoro.
Di colpo mi sono sentito il cazzo duro come il marmo, ho abbassato la zip e ho cominciato a segarmi di tutta lena; mentre me lo menavo guardavo l'Ernesta che lavorava ma me la immaginavo sempre sul bordo dell'orto con il fazzoletto ad asciugarsi la sua volpe...e con quella visione sono venuto schizzando in mezzo alle verdi foglie dei pomodori.
Da quel giorno l'orto era diventato la mia meta fissa in quanto speravo sempre potesse ripetersi la scena...per giorni e giorni ho aspettato invano fino a che un pomeriggio nuvoloso è successo un secondo fatto molto più importante.
La signora Ernesta era nell'orto vicino a una pianta di cetrioli e continuava a palparli tutti, uno per uno fino al che ne ha staccato uno e se lo è quasi accarezzato per poi tornare in casa...morivo dalla curiosità e con cautela sono andato all'ingresso della baita e sono entrato in casa sua, di giorno sia lei che i nonni lasciavano le porte sempre aperte...
Io spesse volte la avvisavo che andavo in paese per sentire se aveva bisogno di qualcosa...in cucina non c'era...e allora con cautela mi sono avvicinato alla camera da letto, non aveva porte, le due camere erano separate da quelle liste di stuoie casalinghe che si mettevano per impedire alle mosche di entrare nelle case.
Pian piano ho messo la testa dentro e lo spettacolo che ho visto mi ha lasciato senza fiato: la signora Ernesta era stesa sul letto col camicione aperto e si stava masturbando...con la mano sinistra si torturava i capezzoli degli enormi seni ormai flaccidi per l'età e con la destra si trastullava con il cetriolo...alternando degli sfregamenti con l'ortaggio in orizzontale sulla sua passera pelosa per poi improvvisamente infilarselo dentro facendolo completamente sparire dentro di se ed emettendo un grosso mugolio di piacere.
Come giorni prima il mio cazzo ha subito reagito ed è diventato subito durissimo, l'ho tirato fuori e ho cominciato a menarmelo venendo subito a tempo di record, sicuramente era stata la sega più veloce della mia vita.
Senza rendermene conto ho sborrato sul pavimento ed era buffo vedere risaltare i miei schizzi biancastri sulle mattonelle rosso mattone della camera.
Mi sono inginocchiato e ho cercato di pulire con un fazzoletto gli schizzi vicini a me proprio mentre l'Ernesta ha cominciato a godere e gemere di piacere per il suo orgasmo; poi con la stessa cautela con cui ero entrato sono uscito dalla baita.
Dopo qualche giorno ero come al solito nell'orto quando la signora Ernesta è entrata nel suo e mi ha chiesto se in giornata andavo in paese; le ho detto che sarei andato nel pomeriggio e lei allora mi ha detto
- Io vado a fare un riposino e ti lascio un biglietto da diecimila lire sul tavolo, comprami due pacchetti delle mie sigarette e tieniti il resto.
Alle due sono entrato nella baita di Ernesta e sul tavolo c'era la banconota...io però con la solita cautela mi sono avvicinato alla porta della camera da letto e ho messo dentro il viso...la vecchia era sul letto...completamente nuda e si stava facendo un ditalino...uno spettacolo sublime...ho cercato di mettermi in posa per il mio segone quando ho sentito la voce di Ernesta dirmi
-Maurizio perchè non vieni vicino al letto così puoi vedere meglio... non avere paura dai vieni qui, in fin dei conti so che ti piace, visto il ricordino che mi hai lasciato sul pavimento l'altro giorno...
Sono rimasto di sasso arrossendo come un peperone, avrei voluto scappare via di corsa ma mi sarei sentito un vigliacco per cui sono entrato e con titubanza mi sono avvicinato al fianco del letto della vecchia...lei non ha smesso di palparsela ma ora mentre lo faceva mi guardava fissa negli occhi dicendomi
-Hai mai visto la figa di una donna così da vicino...?
Avevo la salivazione azzerata, non riuscivo parlare e ho fatto un no solo col cenno del capo
Lei mi ha sorriso e mi ha detto
-Lo so sono vecchia...ma se non l'hai mai vista so che sei molto emozionato...dai fatti coraggio, palpamela...
Le mie braccia erano di marmo, praticamente ero paralizzato, e allora Ernesta mi ha preso la mano e se l'è portata in mezzo alle sue cosce spingendomela poi in mezzo alla sua foltissima peluria...nel sentire quella carne molle e bagnata sono quasi svenuto, non riuscivo muovermi ma lei accompagnava la mia mano e se la fregava contro la sua intimità...
-Su accarezzala con dolcezza e quando senti che è bella bagnata infila le dita per poi tornare ad accarezzarla...dai fatti coraggio...
Pian piano ho cominciato a farlo e la cosa mi piaceva...la cosa che più mi eccitava era sentire tra le dita la figa che si bagnava come se fosse stata una spugna.
Ora toccavo Ernesta da solo, la sua mano ha lasciato la mia, ma l'ha avvicinata alla patta dei miei pantaloni e ha cominciato a palparmi l'uccello sussurrando
-Senti senti cosa si nasconde qui sotto...dai Maurizio spogliati... dai che se lo vuoi l'Ernesta oggi ti fa diventare uomo.
Ho obbedito come un automa e in pochi secondi ero completamente nudo col cazzo dritto sull'attenti, Ernesta si è spostata sul centro del letto e mi ha detto
-Su vieni qui con me...e allargando le cosce mi ha fatto inginocchiare davanti a lei...
Come mi sono posizionato mi ha preso l'uccello in mano e ha cominciato a masturbarsi col mio cazzo nello stesso modo con cui l'aveva fatto giorni prima con il cetriolo, poi a un certo punto l'ha appoggiato al suo buco fradicio e mi ha detto
-Adesso spingi... entra in me...
Ho obbedito e il mio cazzo è stato praticamente risucchiato dalla sua figa calda e bagnata...
Come ho sentito il calore della sua patacca sono stato preso da un raptus e ho cominciato a pomparla..
Lei ha cominciato a grugnire dal piacere dicendomi
-Come sei bravo, come sei bravo ma fai piano se no vieni subito...
Non aveva finito la frase che ho cominciato a vomitarle in figa schizzi di sborra bollente...
Ernesta ha cominciato a ridere e a dirmi
-Quanta voglia che avevi ragazzone mio...sei fantastico però guarda che non si fa così... dai che ora ci riprendiamo e poi farai godere anche me...
Non mi ha fatto uscire da lei e con la mano ha cominciato ad accarezzarmi la schiena...quando arrivava al fondo schiena con le unghie mi grattava e poi con un dito mi sfiorava il buco del culo...era fantastico sentire la sua mano così leggera, mi sentivo tornare tutta la vigoria che sembrava essere sparita quando ero venuto.
Ernesta poi ha cominciato a leccarmi il collo e infilarmi la lingua nel buco dell'orecchio, era piacevolissimo...le ho tolto la lingua dall'orecchio le ho messo il viso sul cuscino e ho cominciato a baciarla con la lingua con tutta la bramosia dei miei sedici anni.
Lei ha subito risposto e abbiamo cominciato a slinguazzarci senza il minimo pudore...quello era limonare altro che i bacetti che ci scambiavamo sul viale all'uscita della scuola.
Ernesta poi mi ha fatto sedere sul suo petto e ha cominciato a leccarmelo e in pochi secondi il mio uccello era di nuovo pronto a volare verso il cielo.
La vecchia ha spalancato di nuovo le cosce e mi ha detto
-Forza Maurizio...ora voglio venire anch'io però...
Ho ricominciato a stantuffarla come se mi fossi appena messo all'opera, Ernesta sbuffava di piacere e mi incitava
-E bravo il mio ometto...erano anni che non assaporavo più un cazzo vero...fammi godere tesoro mio... Quando acceleravo per cercare di sborrare con le gambe mi chiudeva su di lei impedendomi di continuare la penetrazione, mi stava pilotando verso un orgasmo simultaneo...e così è stato...Ernesta ha cominciato a godere e ansimando come una vaporiera ha cominciato a sospirare profondamente
-Su cavallino mio...su... su... spingi più forte che puoi...sfondami...
Non so quante volte è venuta ma a un certo punto ha spalancato le gambe dandomi la piena libertà di movimento e ha cominciato ad urlare
-Ora riempimi, fammi sentire quella sborra bollente come prima... dai Maurizio vienimi dentro ancora...così, così...brutto maialino ti piacciono le vecchie scrofe come me eh...
Non me lo sono fatto ripetere e ho cominciato ad aprire il rubinetto e sborrarle dentro quasi con violenza.
Siamo rimasti a letto a baciarci per oltre un'ora...poi Ernesta mi ha portato in cucina e mi ha lavato il cazzo nel lavandino, non nego che sentire il palmo della sua mano che me lo lavava mi ha portato a una terza erezione e lei ridendo mi ha detto
-Ora vai se no mi fai morire...ho settant'anni sai... ma quando vuoi farlo ancora vieni pure che io sono ben contenta di vuotarti le palle.
In quei sette giorni che mancavano alla mia partenza tutti i pomeriggi fingevo coi nonni di andare in paese e invece mi infilavo nel letto di Ernesta e scopavo per ore come un riccio.
L'ultimo giorno la vecchia mi ha dato pure il culo e quando mi ha salutato perchè sapeva che dovevo partire mi ha detto
-Ora sei un vero uomo, torna in città e vedi di fare innamorare tutte le ragazze, in quanto tu sai scopare come pochi...

L'anno dopo non sono andato dai nonni perchè avevo l'esame di stato e avevamo fatto trasloco, ma da loro sono tornato nella primavera dell'anno seguente con i miei genitori per festeggiare al ristorante l'ottantesimo compleanno del nonno.
Ormai guidavo l'auto e avevano costruito una strada sterrata che arrivava fino al cortile della baita.
Arrivato con l'auto ho subito visto Ernesta che era seduta davanti alla sua baita e stava sbucciando dei fagioli, i nostri sguardi si sono incrociati e ci siamo salutati con un cenno della mano.
Andando al ristorante papà ha sentito un rumore strano nel motore e passando davanti a un distributore con cartello "si apre alle 14 " mi ha detto
-Maurizio alle due vai a fare controllare la macchina perchè non mi piace quel rumore... e così ho fatto...
il garagista mi ha detto che si doveva solo cambiare la cinghia della ventola e in un quarto d'ora ha sistemato il problema, ma io una volta risalito in macchina invece di tornare al ristorante sono volato alla baita...sono entrato di corsa da Ernesta...lei stava lavando i piatti, l'ho subito baciata con passione e le ho detto
-Voglio scoparti...
L'ho portata nel letto e le ho quasi strappato il camicione...i suoi seni erano ancora più flaccidi di due anni prima, la sua figa era ora meno pelosa ma come me la sono trovata nuda non ho più ragionato, mi sono spogliato in fretta e ho cercato subito di infilarglielo...
Quanto desideravo quella donna...Ernesta non era preparata...non era bagnata non riuscivo entrarle dentro bene per cui le ho spalancato le cosce e ho cominciato a leccargliela, puzzava di piscio e sudore ma non mi interessava anzi forse il suo odore acre mi arrapava ancora di più...sotto i miei colpi di lingua lei ha cominciato a scaldarsi e quando ho sentito che ora era pronta l'ho scopata quasi violentandola...
Abbiamo goduto come due maiali assatanati, la prima volta le sono venuto dentro proprio mentre lei sapendo che eravamo soli urlava come una forsennata
-Godo...godo...godoooooooooooo
La seconda volta un attimo prima di sborrare l'ho tolto e le ho innaffiato la faccia di quella sborra bollente che lei adorava, vederla così con la faccia cosparsa dei mie schizzi mi elettrizzava e le ho messo ancora l'uccello in bocca per farmelo lavare con la sua saliva.
Mentre mi rivestivo Ernesta mi ha detto
-Mai avrei pensato potesse succedere ancora qualcosa tra di noi, tu non sai quante volte mi sono infilata un cetriolo pensando al tuo favoloso cazzo duro come il marmo.
L'ho salutata con un bacio da sballo e sono tornato di volata al ristorante.

L'anno dopo si doveva ripetere la cerimonia in quanto era ora la nonna a compiere ottant'anni...ero già tutto concentrato a crearmi un piano per sparire dal ristorante e farmi Ernesta quando arrivato allo spiazzo delle baite ho visto la casa della vecchia chiusa, con sopra un cartello con scritto "Vendesi".
Ho chiesto ai nonni cosa fosse successo e loro mi hanno detto che Ernesta era caduta la settimana prima e si era rotta il femore, ora era all'ospedale di Aosta e una volta guarita sarebbe andata ad abitare in città dalla figlia...
Due giorni dopo ho preso un giorno di ferie e sono andato trovare Ernesta all'ospedale...lei come mi ha visto ha sorriso e mi ha detto
-Vedi la tua vecchia maiala come è piazzata ora...non sono nemmeno buona per fare dei prosciutti...l'ho rincuorata e le ho raccontato che io ero convinto di poter ancora scopare con lei il giorno che ero andato dai nonni...Ernesta guardandomi con dolcezza mi ha detto
-Che credi che non mi avrebbe fatto piacere...
Eravamo soli nella sua stanza, il letto a fianco era libero fino al mattino dopo...io rimuginavo chissà cosa, lei mi ha letto nel pensiero e sorridendo mi ha detto
-Toglitelo dalla testa sono incollata con lo scotch...Un regalo però potrei fartelo...
Si è fatta portare in bagno, ha chiuso la porta e ha cominciato a palparmelo come solo lei sapeva fare, poi mi ha detto
-Dai che ti faccio un pompino...
Ho tirato fuori l'uccello che era già duro come l'acciaio e Ernesta se l'è fatto sparire in gola senza nessuna remora...
La sua lingua era morbida come negli anni precedenti e non c'è voluto molto perchè cominciassi a venirle in gola senza che lei non ne facesse perdere una sola goccia.
Siamo tornati nella stanza che la testa mi girava...meno male che avevamo fatto in fretta...perchè dopo pochi minuti è arrivata Barbara sua nipote con cui abbiamo chiacchierato spensieratamente fino alla chiusura dell'orario delle visite.

Questi fatti sono successi trent'anni fa...ora sono un geometra piuttosto affermato della città...naturalmente i nonni e Ernesta non ci sono più e le loro baite sono diventate ora un agriturismo molto rinomato in zona.
Io sono sposato e ho due figlie...e udite udite...mia moglie è Barbara la nipote di Ernesta.
Il nostro matrimonio è abbastanza felice come felice si può definire ogni matrimonio che dura da 25 anni, il nostro rapporto è abbastanza aperto e ci diciamo quasi tutto...una sola cosa non potrò mai confidarle...che a sverginarmi era stata sua nonna Ernesta a settant'anni.






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